Lettera di Giacomo sintesi del gruppo di ascolto Parola di Dio

Lettera di Giacomo sintesi del gruppo di ascolto Parola di Dio

Lettera di Giacomo anno pastorale 2017 – 2018

Sintesi della riunione dei gruppi di ascolto con S.E.Mons. Fausto Tardelli

Seminario aula magna  Lunedì 14 maggio 2018

Sono tre le linee guida che mons. Tardelli  indica a conclusione dell’anno per i gruppi di ascolto della Parola.

Dopo aver ascoltato le   diverse esperienze nelle varie Parrocchie della diocesi,  ci indica tre punti:

1 – Legame con la Chiesa.

2 – Perseverare  con i gruppi nelle famiglie.

3 – Espandere l’esperienza dei gruppi.

Legame inteso come apertura alla chiesa e comunità   con il popolo e i Presbiteri. Stare vicino ai poveri. Sentire questo legame e farlo proprio per compiere un cammino comune, per portare la Parola nella nostra vita di ogni giorno. Siamo e dobbiamo fare Chiesa!

Il dono dei gruppi di ascolto va portato avanti con perseveranza, con la presenza nelle famiglie. Allargando alle famiglie giovani che hanno i figli al catechismo della prima Comunione e Cresima. Perseverare nel creare una dimensione familiare concreta con la Parola, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo nell’incontro con le persone e nelle nuove strade.

Allargare l’esperienza dei gruppi di ascolto cercando di non diminuire ma creare nuovi gruppi. Non dobbiamo accontentarci di ciò che abbiamo raggiunto. Aprire e intensificare l’apertura ai  genitori  giovani, che hanno bisogno della Parola come Luce  che illumina la loro vita quotidiana.

 

SINTESI DI CIASCUN INCONTRO  E RIFLESSIONI SUL BRANO LETTO.
13 ottobre 2017
LA POVERTA CHE DONA (Mc 12,41-44)
Il sussidio “LA LETTERA DI GIACOMO” è in linea con la lettera dei Poveri scritta da s.e. mons. Fausto Tardelli per l’anno liturgico 2017 – 2018.
Il brano è propedeutico alla Lettera di Giacomo e per la lettera “L’anno Poveri” secondo le indicazioni del Vescovo descritte negli Orientamenti Pastorali.
L’Introduzione alla lettera di Giacomo con il brano evangelico di Marco 12,41-44 ci presenta Gesù che nel Tempio di Gerusalemme insegnava agli Ebrei.
“Ha gettato tutto quanto aveva per vivere”.
Il Vangelo di Marco è incentrato sull’Identità di Cristo, come testimonianza di figlio di Dio.
Chi è Gesù per noi? Chi è Gesù?
Una persona si identifica e si capisce da ciò che dice o fa. (Parole e Gesti = Sacramenti che sono il vertice e culmine della Rivelazione).
Attraverso le Sacre Scritture nel Vangelo Gesù si rivela e ci conduce al Padre.
Nel Tempio Gesù ha insegnato la rivelazione del Messia che è l’unico da seguire. Non come i farisei che sono avidi. Dicono e non fanno.
Lo stato di vedova a quel tempo, e secondo la legge ebraica, poneva le vedove spogliate di tutti i beni materiali, e dovevano da sole provvedere al proprio sostentamento. Quindi è povertà massima.
Gesù è seduto (è un gesto solenne, che Gesù fa molte volte, nelle beatitudini, sulla barca, al pozzo di Giacobbe, ed infine nell’Apocalisse), davanti al tesoro, perché lì si vede il cuore donativo delle persone.
Osservava. Il modo, il senso, il cuore di chi gettava le monete nel tesoro. Gesù ci vede nel profondo della nostra anima, nel cuore e nella mente. Osserva appunto la vedova ed i ricchi.
Chiama. (Raduna la Chiesa che sono gli Apostoli). Insegna loro a valutare il rapporto del denaro con il proprio status sociale, e quindi quanto si dona con il cuore.
“In verità vi dico”. Insegnamento solenne, certo, pietra angolare di verità, principio, amen che riguarda l’adesione profonda a Dio.
“A gettato più di tutti gli altri.” Gesù sta sul piano dell’anima e non su quello materiale.
“Tutti hanno gettato parte del proprio superfluo.” Rapporto con Dio di poco valore se si misura con gli occhi di Gesù. Perché parte di ciò che avanza! La vedova nella sua misura si affida totalmente a Dio.
Affidamento di fede come Gesù che ha dato la sua vita sulla croce. Dono di tutto se stesso a tutti per la salvezza dell’umanità.
Al nostro tempo chi è povero? Come segui Gesù? Chi siamo noi? Siamo la povera vedova o no?
In sostanza il Cristiano deve dare a Dio ciò che ha.

16 novembre 2017
LA PROVA CHE RENDE PERFETTI. (Gc 1,1-18)
L’inizio della lettera di Giacomo ci mette subito davanti il Cristiano che ha Fede; questi è oggetto di prove e persecuzioni che provengono dall’esterno, cioè da diseguaglianze, desideri ed atteggiamenti che generano il peccato.
Giacomo di invita ad essere perfetti ed integri perché l’incontro con la “parola di Verità” ci illumina e ci fa conoscere il bene dal male. Ci permette di essere perseveranti e con la pazienza di sopportare sapendo che queste prove ci aprono al Regno di Dio.
“Se qualcuno è privo di Sapienza la domandi a Dio”. Capacità di fare le scelte giuste. Va chiesta perché bisogna riconoscere che sappiamo poco o niente. Sapienza è imparare a non giudicare secondo la nostra visione o difendere le proprie posizioni. La Sapienza con la perseveranza ci fa giungere piano piano alla perfezione della Fede Cristiana. Non considerare i beni come fondamenta del tuo vivere. Vivi con il cuore rivolto a Gesù unico e vero e santo bene! Impara a gestire le tue passioni con sapienza.
“Beato l’Uomo che resiste alla tentazione “. Lascia perdere le tue passioni. Dio non tenta nessuno. Non farti trascinare dalle passioni umane che poco a poco ti portano al peccato. Dio ci ha dato tutto! Vedi la bellezza del creato. Ci ha fatto a sua somiglianza. Ci ha dato il Battesimo per farci Figli! Impariamo a conoscerlo e lo passiamo fare tutti nessuno escluso.

“Ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono da Padre.” Giacomo spiega e sintetizza bene che il bene viene da Dio. Siamo noi che LIBERAMENTE e senza costrizioni decidiamo di scegliere responsabilmente il bene o il male. Il credente sa che nel suo cammino Dio lo assiste con la saggezza della sua parola di verità che il vangelo. Principale dono di Dio.

14 dicembre 2017
LA VERA RELIGIOSITA’: ASCOLTARE E FARE (Gc 1,19-27)
La religione è apertura del nostro cuore a DIO.
Dio aiuta l’uomo a fare il bene con lo stimolo della Religione.
Vita vissuta sotto la guida di DIO giustizia, libertà e carità.
Parola di verità: Felicità come compito da realizzare e fare la volontà di Dio in pienezza e sintonia.
Gesù è la pienezza della religione, e nostro compito è di realizzarla con cuore aperto disposto all’ascolto della Parola evangelica.
Ciascuno di noi deve essere veloce ad imparare ed ascoltare il Vangelo.
L’uomo deve diventare primizia della creazione facendo il bene,
Se non si produce bene non è religione è filosofia. Esempio: essere felici con le nostre malattie perché ciò che conta è essere salvati. Vedi esempio di Marta e Maria sorelle di Lazzaro…
Ascolto: Imparare a tacere ed allontanare l’ira gli eccessi istintivi. Attiva l’ascolto facendo silenzio, liberandosi dalle proprie idee, dalla rabbia e mettersi dalla parte dell’altro. Dominare l’ira. Ascoltare e parlare con dominio di se è verità.
Ascoltare la parola seminata dentro di noi. Coscienza, Vangelo, sane letture. Deporre ogni residuo di male. Vedi catechesi battesimale per la conoscenza del bene e del male come spogliarsi le vesti, immergersi nell’acqua, vestire le vesti bianche. Il seme della parola deve essere custodito e coltivato secondo i valori del Vangelo.
Memoria pratica della Parola. “Praticante” è colui che è religioso nell’osservare e di nuovo mettere in pratica. (Formazione, Comunione, Insegnamento). Formarsi al Vangelo stare in comunione pregare è il culmine dell’Eucarestia.
Cristiano Religioso. E’ colui che manifesta DIO nel quotidiano non si fa dirigere da altro/altri. Dentro di se sente se fa devozione. Non fa solo cultura con adesione solo teorica ed intellettuale. Non si lascia contaminare dalle idee e mode del mondo. Il cristiano religioso è attento agli ultimi, è libero dal condizionamento culturale che lo circonda.
Vivere in Cristo con Cristo ed in Cristo è raggiungere la felicità, sopportando il peso delle prove, come ha fatto Gesù sul Calvario.
Non si può collegare DIO all’infelicità dell’uomo. Se non si raggiunge la consapevolezza del male proprio, non si può vedere la sofferenza. Se tendi a vivere una vita agiata ciò non è cristiano praticante.

16 gennaio 2018
LA VERA RELIGIOSITA’:NON FARE DISCRIMINAZIONI (Gc 2,1-13)
Non fare favoritismi personali. Non trasgredire la legge evangelica in nessun modo. Il giudizio è quello della misericordia.
Misero: colui che non si merita niente, non conta niente, non ti può ripagare. Non è un punto di vista economico ma è fatto sull’ “apparenza” tra chi fa “notizia” e chi no la fa.
Trasgredire: fare un giudizio sulla legge di Dio. Non hai obbedito! Giacomo fa notare che chi trasgredisce si fa peccatore.
Disonorare i poveri scelti da Dio agli occhi del mondo perché hanno più bisogno di Amore, è trasgredire. Non sono i sani che hanno bisogno ma i malati.
Solo l’Amore libero gratuito libero da obbligo porta gioia, e quindi contrasta con ciò che è pura umanità d’interesse. Allontana da te l’illusione della falsa felicità che può dare la ricchezza di beni e denaro.
La vera libertà nasce dalla Misericordia.
Prima di decidere è bene pensare ed affidarsi a Dio perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le mie vie non sono le vostre vie……….

12 Febbraio 2018
LA FEDE E LE OPERE (Gc 2,14-26)
“ ma non date loro il necessario per il corpo..” Le opere sono necessarie alla Fede. Giacomo sostiene che la Fede senza le opere non ha valore.Sembra che sia in antitesi con quanto Paolo scrive nelle sue lettere dove dice che la Fede giustifica.
Giacomo ribalta il concetto. Ma è solo un punto di vista diverso. San Paolo si riferisce alle opere prescritte dalla legge Ebraica. Giacomo ha vissuto con Gesù ed ha visto, toccato, sentito, quanto Gesù su comando di DIO ha fatto per tutti noi. Paolo non ha vissuto con Gesù.
Giacomo parla di opere della Fede come totale affidamento a Dio e Gesù.
Le opere della carne sono opere per se stessi per vivere solo per noi stessi.
Le opere della Fede sono ciò che ci chiede di fare Dio.
Vivere concretamente la fede con le opere è non fare gnosi (solo sentimento), non fare solo filosofia o filantropia. Segui l’esempio dei santi dei nostri tempi. Padre Pio, Madre Teresa, San Giovanni Paolo II hanno fatto tutti le opere con vera fede cristiana per Gesù. Se non lo fai per Gesù fai lo stesso del bene ma è solo opera di umanità.
Il Cristiano deve fare le opere con vera fede in Dio, per Gesù. Altrimenti fai del bene, ma come opere di umanità.
San Paolo nella lettera agli Ebrei dice che Abramo è stato giustificato per la Fede, quando ha obbedito al Signore che gli chiedeva il sacrificio di Isacco. Fede come totale abbandono a Dio .
Le cose fatte per pura umanità finiscono, terminano. Quelle fatte nel nome di Dio rimangono e ci verranno presentate alla fine della nostra vita perché sono opera di Dio “guardano a Dio”.
Fare le opere di bene è la parte visibile della Fede. Fai le opere e quindi manifesti la fede in Dio.
Fai attenzione a non a praticare solo la fede intimistica solo di pensiero. Dio si manifesta attraverso le opere, l’incontro con il fare il bene permette di conoscere Dio Amore.
Dio Amore = Dare = Gesù figlio dato a noi.
Rifletti: Dov’è che hai fatto esperienza della parola di Dio; in un sentimento o in un’opera?
Gesù ha fatto le opere (tocca, risana, guarisce, abbraccia, perdona). Medita il gesto di San Francesco che va incontro al lebbroso e lo bacia compiendo un opera di fede.
Non separare la Fede intima dalla opere della vita perché è divisione diabolica che induce al peccato.
Il comandamento universale di Gesù “Ama il prossimo tuo come te stesso” è la norma da seguire sempre. Ricorda i tanti esempi della Bibbia a riguardo: Raab , Maria e Marta, Maddalena. Ai tempi nostri Santa Teresa di Calcutta, Padre Pio, San Giovanni Paolo II, Giovanni XXII, Giorgio la Pira per citarne solo alcuni. Tutti hanno fatto le opere con Fede.
Un corpo senza lo spirito è morto! La Fede senza le opere è morta! San Giacomo da buon Ebreo rimette insieme opere e fede, accorpa unifica, accoglie per far star bene.
Per approfondire leggi la “Lettera di Quaresima” di Papa Francesco.

15 Marzo 2018
LA MITE SAPIENZA (Gc 3, 1-18)
Tieni a freno la lingua, il parlare a vanvera, il parlare offensivo. La parola detta con odio. Parlare mentendo.
Il saggio e sapiente non si fa trascinare dalla lingua perché sa che parlare senza basi di sapienza è di sicuro sbagliato e fa male.
Giacomo porta alcuni esempi: Il morso del cavallo, il timone della barca, per dire che la lingua è un gran fuoco che può incendiare l’animo di chi ascolta. Vedi come sono trascinati i popoli nelle guerre con parole che edificano, che sembrano belle, ma si rivelano diaboliche.
Per combattere e vincere la lingua stolta, è necessario sapienza e mitezza. (Beati i miti perché erediteranno la terra. MT cap 5,1). La mitezza è necessaria per ripulire il nostro cuore dalla gelosia, dallo spirito di contesa, da sentirsi maestri, dal disordine della nostra vita.
Ricerca con tutto te stesso la sapienza che ci è donata da Dio, come un vaso pieno di ogni virtù: Purezza, Pace, Mitezza, Misericordia, buone azioni imparziali e sincere.
Non farti condizionare dalla apparenze del mondo.
Vivi la Fede in Gesù con il Vangelo e le opere.
Ricordati che la lingua o parola può rendere vano il tuo cammino nella fede.
Conduci il tuo corpo con sapienza e mitezza e tieni a freno la lingua.
Non fare il “maestro”: Cioè non usare la parola per farti superiore. C’è un solo Maestro Gesù.
La lingua è relazione. Va usata per fare il bene. In casa al lavoro nella chiesa in ogni luogo. Va usata per edificare e costruire relazioni di Amore, come ha fatto Gesù.
Giacomo ci esorta a cambiare il nostro modo di parlare con gli altri. Fai attenzione a chi stai parlando, e nel contesto in cui parli, perché puoi generare fiducia o disprezzo, incomprensioni. Sii consapevole di ciò che dici.
L’immagine della sorgente di acqua, ci indica ciò che abbiamo nel nostro cuore. Ciò che esce dalla nostra bocca, dice Gesù, esce dal nostro cuore. Omicidi, adulteri, impurità, furti, false testimonianze, calunnie. (MT 15,18). Purifica il cuore con il sacramento della confessione e chiedi la misericordia di Dio. Ricorda che Gesù è la personificazione della sapienza di Dio. Mantieni vivo il desiderio di conformarti a Dio.
Analizza le conseguenze delle tue azioni, delle reazioni degli altri. Cerca di essere mite, con atteggiamento fiducioso, benevolo. Costruisci il bene. Fai come Gesù che era “MITE ED UMILE DI CUORE”.

12 aprile 2018
LE PASSIONI E LE AZIONI CHE CREANO CONFLITTI E NEGANO L’AMORE DEL PROSSIMO (Gc 4,1-5.6)
Chi si fa guidare dalle passioni umane della carne, passioni per il potere, per possedere, per assoggettare, soggiogare, non ottiene nessun risultato per la salvezza. Compromette se stesso e fa compiere il male.
Ami Dio o le cose del mondo umano? Se sei attaccato hai beni materiali come puoi portare dentro di te Gesù Cristo Eucarestia? Negli atti degli apostoli si legge: “I discepoli dopo aver ricevuto lo Spirito Santo vivevano in comunità..” “Un cuor solo ed un anima sola”. Appunto quella di Gesù.
Nelle beatitudini Gesù a detto “Beati i miti di cuore perché erediteranno la terra”. Non ha detto beati i superbi!
Avvicinati a Dio con la preghiera a cuore aperto e con le azioni di ogni giorno ispirate alle beatitudini, miti. umili, poveri, afflitti, misericordiosi, puri di cuore, operatori di pace, perseguitati. (Mt 5)
Non farti giudice, taci prima di giudicare. Riconosci le tue miserie e chiedi perdono e misericordia a Dio Padre. Ricorda che il diavolo è tentazione, seduzione, menzogna, calunnia, arroganza. Sfuggi alla sua presa con la preghiera che è comunione con Dio e con la Chiesa. Agisci per il Signore e nel suo Nome.
CONDANNA DEI RICCHI (Gc 5, 1-6)
Giacomo in questo capitolo 5 condanna i ricchi che accumulano ricchezze sfruttando i poveri. (Proprio come accade nel nostro tempo e come denuncia Papa Francesco!) Queste ingiustizie saranno decisive per la condanna quando ci sarà il giudizio di Dio. Papa Francesco ci ha guidati nell’anno della misericordia alla ricerca della purificazione dal peccato. Ci insegna ogni giorno l’amore per il prossimo e per i poveri. Ci insegna ad accogliere e non condannare.
Il salmo 48 vanità delle ricchezze, recita: L’uomo nella prosperità non comprende è come gli animali che periscono. Siete come vapore che appare per un istante e poi scompare.
Giacomo ci fa riflettere che la causa della mancanza di pace è colpa della nostra mancanza di Amore fraterno. Non riusciamo a conformare la nostra vita allo stile di Dio. Siamo schiavi delle passioni e preghiamo male secondo le nostre esigenze, anziché lasciarsi penetrare dall’Amore di Dio con la preghiera che ci ha insegnato Maria con la sua umiltà. “Serva del Signore” come esempio che ascolta la parola di Dio e dice “Eccomi”.
In Gaudium et Spes si legge: “Così mentre l’uomo tanto largamente estende la sua potenza, non sempre riesce a metterla al suo servizio. … tuttavia gran parte degli abitanti del globo sono tormentati da miseria e fame. Intere moltitudini neppure riescono a leggere e scrivere. Sorgono nuove schiavitù sociali”.

11 maggio 2018
LA SAPIENZA DELL’ATTESA, I FRUTTI DELLA PAZIENZA (Gc 5, 7-20)
Questa parte finale della lettera di Giacomo ci fa riflettere sulle seguenti ammonizioni:
Costanti nella fede in Dio.
Non lamentatevi gli uni degli altri.
Segui il modello di vita dei Profeti.
Beati i pazienti.
Abbi fede nella misericordia di Dio.
Non giudicare.
Prega in ogni occasione della tua vita, prega con fede e sarai esaudito, prega per tutti, chiedi perdono e misericordia.
Correggi chi si perde per la via e riportalo alla verità del Vangelo.
Giacomo conferma che con le proprie buone azioni rafforziamo la nostra fede. Saremo giudicati per ciò che abbiamo fatto di bene e per il Vangelo alla fine della nostra vita terrena. Di conseguenza poni attenzione a far tesoro di tutti i tempi della tua vita. Giovinezza, maturità, anzianità, in queste stagioni ci sono tempi buoni e cattivi. Fai tesoro di tutti i tempi non solo di quelli buoni, non va bene vivere solo il tempo migliore. In ogni tempo c’è ricchezza e bene da imparare. Non subire ma vivi nel e con il Vangelo!
Sei un Cristiano, sei battezzato in Spirito Santo, Il signore è vicino a te sempre. Guarda e contempla l’Eucarestia presenza viva di Dio. In tutta la tua vita affina la capacità di Amare.
Giacomo ci indica come fare a cogliere il bene. Sii paziente, non lamentarti, leggi e segui la Parola, non giudicare, chiedi perdono, non essere egoista, non lasciarti prendere dal benessere. Cogli le occasioni della vita belle o brutte buone o cattive, e con la preghiera viva a cuore aperto falle diventare Amore.
Giacomo dice di non giurare. Sii te stesso e non mentire mai a nessuno, anche se dire la verità costa assai.
Se soffri prega, se stai bene loda. Non chiudere mai il tuo rapporto con Dio. Prega con i salmi che servono a trasformare ogni azione umana in preghiera costante a Dio.
Porgi attenzione ai malati e prega con loro e per loro. Fai attenzione a non lasciarli soli. Abbandonare i malati è peccato! Il sacramento dell’unzione dei malati è la cura della misericordia di Dio! L’unto diventa segno di Dio Potenza di Dio.
La preghiera con la fede APRE la strada e le porte per raggiungere la SALVEZZA. Rimette i peccati, da speranza. Non si deve intendere che la preghiera guarisce il malato. Lo aiuta ad incontrare di Dio Padre.
La preghiera deve essere affidamento a Dio che tramite noi compie la Sua volontà non la nostra.
La lettera di Giacomo, breve ma intensa, ci ha fatto capire che rimanere nella via che Gesù ci ha donato col il suo Vangelo, è il più grande atto di Amore che possiamo fare a noi stessi ed a chi ci vive accanto. Consolidiamo con la preghiera questo grande insegnamento.

10 maggio 2018, alberto-bertini